Incontro al cinema Monviso "Perché fare il giornalista da grande?" (3 maggio)

Giornata della libertà di stampa 2022Giorno 3 maggio 2022 in occasione della giornata internazionale della libertà di stampa (sancita dall'articolo 21 della nostra Costituzione), presso il cinema Monviso si è svolto un convegno dal titolo "Perché fare il giornalista da grande?" come momento di riflessione sul tema della libertà di stampa e sulla professione del giornalista. L'incontro è stato voluto dall'ordine dei giornalisti Piemonte con il patrocinio del comune di Cuneo.   In dialogo con gli alunni delle classi terze e quarte dell'istituto Grandis di Cuneo e di altre scuole superiori, sul palco, i direttori e giornalisti delle principali testate locali, Mario Bosonetto (Ordine dei Giornalisti del Piemonte) e Domenico Quirico,  grande penna della Stampa. Tra i professionisti: Samuele Mattio (Cuneodice), Carlo Borsalino (Ideaweb), Agata Pagani (La Fedeltà), Marco Turco (Unione Monregalese), Daniela Bianco (Telegranda), Luisella Mellino (Radio Piemonte Sound), Guido Martini (Il Saviglianese) e Barbara Pasqua (Targatocn).  L'incontro è stato caratterizzato dall' intervento di Quirico (che partecipava da remoto) al quale sono state poste da parte dei professionisti presenti delle domande sul ruolo del giornalista inviato di guerra e in generale sulla deontologia del giornalista. Quirico ha precisato che della guerra l’inviato racconta ciò che gli viene mostrato o solo ciò che eserciti strutturati “vogliono”presentare. Dichiara che l'inviato al fronte di guerra nel suo resoconto giornalistico dovrebbe esordire dicendo: "vi racconto ciò che mi hanno lasciato vedere…" E ancora sue le parole: "Il lavoro di corrispondente attua una traslazione di significato tra ciò che i protagonisti fanno, vivono e ciò che io racconto, come testimone di una tragedia, perché io non sono coinvolto in prima persona poiché io me ne vado e ho la possibilità di vivere una realtà parallela e migliore". Si sviluppa una sorta di straniamento ma il vero giornalismo è trovare il senso di essere lì, cioè il dovere di sincerità nei confronti del soggetto della narrazione. Quirico ci tiene a precisare che il giornalista non deve avere la pretesa di dispensare verità ma deve raccontare la realtà che vede. Il giornalista deve trasmettere la commozione che ha provato nel vedere persone travolte e immerse nella tragedia umana, Quirico sottolinea l’importanza di non applicare i propri schemi alla realtà, per evitare di narrare la propria idea della realtà e non la realtà, sottolineando la profonda differenza tra realtà dei fatti (singola) e verità plurale. Fare il giornalista significa fare storia, la storia del quotidiano, degli uomini vivi. Dopo la totale assenza di risposte positive alla domanda rivolta alla platea: "Chi vuole fare il giornalista da grande?", Quirico si pone in modo dialettico e problematico ribaltando le domande su sé stesso: se i ragazzi non leggono dobbiamo chiederci cosa abbiamo fatto per allontanarli e cosa possiamo fare per motivarli. Terminato l'intervento del reporter della Stampa segue un momento di dibattito in cui gli alunni hanno posto delle domande, riflessioni su quanto ascoltato ai professionisti presenti sul palco.