La Sinagoga di Cuneo apre le sue porte al Grandis

Nel cuore della città vecchia, lungo la via dei commerci che portava al centro pulsante della comunità cittadina, giovedì 20 aprile gli studenti e alcuni docenti  delle classi 4C e 5D del Tecnico Economico settore turismo sono stati protagonisti di una visita guidata alla Sinagoga di Cuneo  integrata da preziosi approfondimenti sulla storia dell'insediamento ebraico locale. L’edificio che oggi si presenta al visitatore è il  frutto della ristrutturazione ottocentesca resa possibile dalla  Emancipazione del 1848 quando , nel Regno Sabaudo, si pose  fine  al regime di isolamento dei ghetti. Prima di questa data era precluso  alle vecchie sinagoghe qualsiasi segno esteriore di riconoscimento. Pertanto, esse dovevano restare nascoste all’interno di edifici anonimi. L’attuale facciata è quella di un palazzo elegante in stile architettonico tardo Ottocento, come ricorda  la data riportata, 1884. L’architrave è arricchito da un versetto in ebraico tratto dall’Esodo “Essi mi costruiranno un Santuario e Io risiederò in mezzo a loro”.  Dopo  la prima rampa di scale, ci troviamo  in una piccola stanza adibita a “scola” che conserva ancora gli arredi originali. Al secondo piano c’è la Sala di preghiera, illuminata da due coppie di finestroni e da un grande lampadario centrale in ferro battuto e cristallo. I banchi, disposti in triplice fila, sono rivolti verso la tevah (podio)  e l’ aron (armadio che custodisce i rotoli della Torah) in  stile barocco con ante finemente decorate da una grande menorah (candelabro a sette bracci). Nella sala, al di sotto di un pulpito pensile, è murata la palla di cannone che cadde nei locali della Sinagoga durante l’assedio del 1799 ma rimase miracolosamente inesplosa. Per commemorare lo scampato pericolo, la Comunità ebraica istituì la festività del “Purim della bomba”.  Al terzo ed ultimo piano, affacciato sulla sala di preghiera con una balaustra in legno,  si erge il matroneo riservato alle donne. 
Il palazzo è il simbolo della storia secolare di una comunità di meno di un migliaio di persone, gli Israeliti di Cuneo, relegati per secoli in un quartiere separato dal tracciato urbano. Una comunità i cui nomi più illustri sono ricordati da lapidi lungo le scale dell’edificio. 
Gli studenti e i docenti ringraziano il Dottor Baruch Lampronti della Commissione Beni Culturali della Comunità Ebraica di Torino  e la guida, Dottor Marco Cerrina Cordero di Montezemolo di Artefacta Beni Culturali, per  aver fatto loro scoprire tradizioni, luoghi e  storie della comunità israelita cuneese. La Sinagoga, un pezzo di Cuneo, una parte viva della sua storia.